post di200 addii (adoro questo titolo)

27 01 2009

[Per questo post di addio consiglio l’ascolto di: I TURN MY CAMERA ON degli Spoon]

Confesso di aver esitato un attimo prima di salutare la mia macchina fotografica, la scorsa settimana.

Consegnandola, ad una persona che sicuramente la tratterà bene come merita, ho pensato che quella macchina fotografica ha proprio viaggiato tanto… mycamera1

Ad esempio, nel giro di poco meno di 12 mesi, ha “visto” con la sua lente lucida Capo Nord, il Capo di Buona Speranza ed è arrivata a pochissimi chilometri da Capo Horn. Purtroppo non ce l’ho fatta ad accompagnarla in Alaska per completare il chiasmo…

mycamera2Ad ogni modo ha viaggiato e  visto molte belle cose, persone strane, luoghi fantastici.

Ci si può affezionare ad una macchina fotografica? Sì. E no.

Sì, perchè ad un oggetto è molto facile legarsi, perchè lo si tocca tanto, creando una sorta di consuetudine sensoriale, la cui mancanza crea un innegabile vuoto fisico.

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No, perchè…beh, perchè è subito arrivata (ieri sera) una nuova macchina fotografica con la quale sperimenterò le stesse emozioni. In fondo, è solo un oggetto funzionale al prolungamento dei miei occhi. Che sono e rimangono miei. Non li ripongo DENTRO la macchina, lasciandoli lì. Vedono attraverso lei.

(Io in una foto di Alessandro Barteletti)

(Io in una foto di Alessandro Barteletti)

Quindi, in fondo, e qui sono poco romantico lo so, una vale l’altra. Beh, non proprio…

Quella che è arrivata ieri è splendida, bellissima, fighissima, avanzatissima, nuovissima e….freme dalla voglia di mettersi in viaggio.

Intanto, l’ho impugnata e ho scattato una foto al primo soggetto che mi è capitato a tiro…  Ok, siete autorizzati a ridere 😀

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buona giornata e….700 auguri alla mia nuova macchina fotografica,

A

PS mi rendo conto che il titolo e l’uso di quei numeri è piuttosto criptico…. 😉





L’anno del bufalo: auguri a tutti i cinesi

26 01 2009

[questo post benaugurale si legge ascoltando: ZEN dei Lotos Garden]

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Da ieri siamo entrati, secondo il calendario cinese, nell’anno del bufalo.

Rimando ad un post molto interessante dell’amica blogger Paese Cina per gli approfondimenti sulle caratteristiche astrali del segno e su alcuni interessanti racconti.

 

Ieri sera lo abbiamo festeggiato in un noto e strepitoso ristorante cinese romano. Rimasto aperto di domenica per l’occasione. Un incredibile cenone che dalle otto e mezza all’una ci ha introdotto alle meraviglie dell’alta cucina imperiale cinese.

Pare che festeggiare due capodanni di seguito porti bene. Beh, nel giro di pochi giorni abbiamo festeggiato il “nostro” in un tempio shintoista di Kyoto e ieri, quello cinese, immersi in un’atmosfera magica.

Ad aggiungere suggestione, la notizia che questo ristorante si trova esattamente in corrispondenza dei resti del tempio di Iside, dea della luna.

Non ricordo tutti i piatti che abbiamo degustato, ma ricordo il bilanciamento degli ingredienti, la tipica non invasività dei sapori, caratteristica di tutta la cucina orientale.

Ancora una volta ho rafforzato l’amore per l’Oriente. Questa volta grazie ad una cena e a chi mi ha invitato.

Auguri a tutti i bufali (pietanza, peraltro squisita. peccato per loro….)

Antonio

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Il giorno più allegro dell’anno. Facciamo che duri

21 01 2009

[Per questo post ottimista consiglio: FUNKY PRESIDENT di James Brown]

Finalmente una buona notizia. Il giorno più triste dell’anno è alle spalle e quindi abbiamo il sacrosanto diritto di rallegrarci.

(AP)

(AP)

Obama ha giurato e tutti noi, convocati alla stessa festa mediatica, abbiamo visto cosa possono essere gli Stati Uniti. E’ nei momenti peggiori della loro storia che riemergono, quantomeno nelle dichiarazioni di principi, rinsaldandosi attorno ai valori.

(AP)

(AP)

Ovviamente, non sono all’altezza di commentare il suo discorso di insediamento, ma….forse lo avrete notato…dietro di lui…in un angolino….c’erano Yoda, Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker…. 🙂

 

(AP)

(AP)

Speriamo che l’ondata di ottimismo che è partita dagli USA diventi uno Tsunami ed inondi tutti.

Si può fare, si può fare.

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jedi





Il giorno più triste dell’anno. Ridiamoci sopra!

19 01 2009

[questo post ottimista si ascolta con WHAT A WONDERFUL WORLD, però nella versione dei Ramones]

Il nuovo fesso di turno ci dice che oggi è il giorno più triste dell’anno. Giornalisticamente, la  notizia si vende benissimo. Soprattutto a Roma, dove la tregua maltempo è saltata per l’ennesima volta ed una cappa di grigio è ripiombata ad ammantare la città.

Dicevamo. Il giorno più triste dell’anno. Già questa cosa induce una bella risata. La lettura dell’articolo, poi, la consolida e la sostiene a lungo. 🙂

Insomma, signori, reagiamo con una BELLA RISATA!

A

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Gente del mondo, dove siete? Dove siamo?

15 01 2009

[QUESTO POST NON PREVEDE ALCUNA MUSICA, PRETENDE SILENZIO]

Durante un Tg odierno, nel corso dell’ennesimo servizio da Gaza (che ormai, inutile negarlo, ci viene propinato distrattamente tra una notizia su Villari e una sulle tette di una concorrente del Grande Fratello) ho ascoltato un appello di una anziana donna sfollata e neo vedova.

“Vi prego, gente del mondo, dove siete?”

Non credo vi sia altro da aggiungere. Come non credo sia utile imbarcarci in una discussione politica sulle premesse e le ragioni (se mai ne possono esistere) di quel massacro.

Mi ha fatto molta impressione quel “gente del mondo“. Era un appello generico a tutti. Un’implorazione di aiuto ad amici e nemici. A chiunque.

Cosa faremmo noi, se ci trovassimo sotto missili indiscriminati? Magari barricati in casa senza poter neanche scendere a prendere dell’acqua potabile? Senza telefonia, tv, Internet. Senza luce elettrica?

Forse anche noi, se ci fosse data la possibilità di impugnare un microfono, davanti ad una telecamera, imploreremmo “la gente del mondo“.

Non so che dire. Ripenso a quella donna e alle sensazioni che ebbi quando cominciai a frequentare Sarajevo e i suoi infiniti cimiteri.

Purtroppo continuiamo a confermare di non saper imparare nulla dalla Storia.

Antonio

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Viaggiando si impara

14 01 2009

 

 

.Canale di Beagle, Terra del Fuoco Canale di Beagle, Terra del Fuoco

[Consigliatissima questa canzone: I WISH I COULD GO TRAVELLING AGAIN di Stacey Kent]sa-2094

Nosy Be

Nosy Be

Mi sono imbattuto in questa bellissima canzone e, favorito dalla pessima giornata (uggiosa e nervosa, fuori e dentro l’ufficio), ho ricominciato a viaggiare con la fantasia. Ci sono tanti posti dove vorrei ancora andare ma al momento sono contento di fermarmi e di non muovermi (anche se a fine mese dovrei andare a Malta, ma questa è un’altra storia…).Rifletto sulle lezioni che si traggono dal viaggio in se’. Secondo me ogni viaggiatore, più o meno “serio” (non nel senso etico, ovviamente, ma solo per numero di viaggi…), ha attraversato tre fasi che, da quello che ho visto negli ultimi anni, sono molto frequenti

La prima: LA SUPERIORITA’

Si parte con il preconcetto di vivere nel migliore dei mondi possibili e pronti a comparare in peggio il luogo visitato. 

Scena vista e vissuta a Puno (Perù) sul lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo (non proprio il luogo più accessibile della Terra…). Taverna scura e fumosa con improbabile insegna pubblicizzante “pizza” all’esterno. Seduti in un angolo, eravamo alle prese con un imbarazzante Cuy arrosto INTERO (un grazioso porcellino d’India arrosto al quale infilai un cappuccetto di carta per evitare che mi fissasse mentre lo mangiavo…); arriva un gruppetto di turisti italiani capitati lì chissà come (sembrava un gruppetto stile Avventure nel mondo ma non a quell’altezza). Subito ordinano TUTTI la pizza, salvo poi lamentarsi chi per la mancanza di aglio, chi origano, chi sulla freschezza delle mozzarella. Avrei voluto indossare io il cappuccetto di carta del Cuy…

 

parimerito –

Ad onor del vero, è abbastanza frequente , in questa prima fase, un atteggiamente diametralmente opposto. La negazione del proprio paese di orgine e la magnificazione di TUTTO ciò che si trova fuori. E’ un atteggiamente piuttosto triste ma, ahimè, piuttosto consueto…

 

La seconda: IL PAREGGIO

Dopo qualche anno e un po’ di esperienza in più, si comincia a diventare più oggettivi. I luoghi diventano “miracolosamente” dei veri e propri LUOGHI con una loro autonoma dignità e comincia a farsi largo l’idea che, forse, dico forse, il proprio Paese può non essere il paradigma di perfezione. Certo, si gira per i vicoli criticando la povertà e i problemi sociali ma si pensa anche a quello che succede a casa propria.

La terza: L’OGGETTIVITA’

Si parte consapevoli e pronti a farsi cambiare dal viaggio. Cambiare giudizio, soprattutto per un adulto, non è un evento ne’ scontato ne’ privo di traumi. Ma chi viaggia tanto sa che succede.

I luoghi appaiono semplicemente per quello che sono e vengono “visti” con gli occhi giusti, oggettivi. Il bello è bello, il brutto è brutto. I problemi sono problemi, e i vantaggi sono vantaggi. Si compara ciò che si trova con quello che si è lasciati, pronti ad accettare il fatto che SI PUO’ VIVERE MEGLIO. E che altri modelli di patto sociale, più giuti, più equi, più ragionevoli, seppure tra altre contraddizioni, SONO POSSIBILI.

Certo, è uno dei rischi del vero viaggio. Una sorta di pillola blu di Matrixiana (oddio che parolona che ho coniato…) memoria. Ma è un rischio che si accetta volentieri.

Che ne pensate?

A

 





City calm down

12 01 2009

[per questo post pomeridiano suggerisco l’ascolto di:  City Calm Down degli Architecture in Helsinki]

Ricomincia a piovere a Roma.

Tra poco devo uscire e sicuramente, anche questa volta, mi bagnerò. Non importa.

Ma il traffico ricomincia ad impazzire e tutti sembrano sempre nervosi.

In questi momenti “grigi”, mi piace ripensare ad un angolo di Finlandia, goduto l’anno scorso:

 

 

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Tokyo

7 01 2009

[questo post con gli occhi a mandorla si legge ascoltando DREAMS IN TOKYO dei Saycet]

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Tokyo!

Anche in questo caso ve ne ho parlato durante la strada…

Proponendovi ora alcune foto (in galleria) e ripensando a certi flashback, non posso che pensare alla mia prima impressione (via via consolidatasi). Ovvero che il Giappone sia un paese nel quale gli estremi si toccano e, spesso, coincidono. Come nel simbolo zen…

E quindi convivono, con pari ed uguale dignità, le sale di pachinko ed i giardini zen, gli haiku ed i manga, i grattacieli ed i templi shintoisti, Starbucks e i dolci che appagano la vista ed il cuore, il flauto di bambù e la musica J-pop.

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E poi mi viene in mente la miriade di persone in giro per la città con le mascherine protettive. All’inizio, viene istintivo pensare ad una forma di difesa da virus altrui. E’ la nostra cultura secolarmente tradizionalista che ci porta a pensarlo…

Invece è una splendida dichiarazione di non belligeranza batteriologica! Le indossa chi è raffreddato per non infettare gli altri! Quanto rispetto, amici miei! Che senso civico…

Un gran paese il Giappone. Sicuramente pieno di contraddizioni ma, probabilmente, non quelle che appaiono più visibili. Quelle sono, appunto, il tratto distintivo di un armonia culturale che non esclude gli opposti ma anzi li considera parte indissolubile della vita.

Mata ne!

Antonio

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Kyoto

5 01 2009

[Piuttosto banalmente, questo post non può non ascoltarsi con: ALONE IN KYOTO di Air (da Lost in Translation]

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Comincio a proporvi alcuni scatti relativi ad un paio di passeggiate  a Kyoto. Le trovate nella sezione Foto On The Road. Piu’ avanti sistemero’ anche quelle di Tokyo.

Come vi avevo scritto lungo la strada, Kyoto e’ una c itta’ antichissima che per piu’ di 1000 anni e’ stata la capitale del Giappone. Di questo passato conserva piu’ di 2000 templi sparsi su un territorio molto vasto. 

 

kyoto-0210La citta’ moderna non e’ esaltante, ma basta girare l’angolo o socchiudere un portone per trovare scene del Giappone che ti aspetti. Quello dell’immaginario collettivo. Templi shintoisti e tori rossi sgargianti, giardini zen dove sedersi e sentirsi in armonia con la natura, foreste di bambu’, antiche dimore di shogun dove camminare scalzi sui tatami, nel silenzio, ed immaginare di incotrare un samurai o una geisha.

Sono scatti in bianco e nero, cosa non solita per me. Ogni tanto cerco di intraprendere strade tecnicamente poco battute per me, ma che mi consentono di giocare con le situazioni e con i colori (eliminandoli). Come dico sempre, la vita e’ a colori. Toglierli e’ una scelta.

Alla prossima,

Antonio

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PS le scene di folla e delle bancarelle si riferiscono ai festeggiamenti per il capodanno nel tempio shinto di Yakasa

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PPS tranquilli…i salti arriveranno tra poco…

 

 

 

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Bambu’

3 01 2009

[Questo breve post si legge ascoltando: Bamboo Cool di SoKo]…ma dove le trovero’ tutte queste chicche???

Ho cominciato a rovistare tra le foto del viaggio. Alcune (giusto quelle relative a Tokyo) sono gia’ sul mio account Flickr ma devo sistemarle per bene prima di mostrarvele in forma compiuta.

Intanto ho pescato questa (che mi piace particolarmente)

 

Bamboo

Bamboo

L’ho scattata in una foresta di bamboo nella zona collinare di Arashyiama, ad ovest di Kyoto. Ve ne ho parlato in un precedente post. E’ un posto incredibilmente bello, verdissimo, boschi e foreste di bambu’, nei quali si trovano antichi templi e giardini zen.

Ammirando questi bambu’ altissimi, ho notato che alcuni sono stati incisi con degli ideogrammi. Puo’ esserci scritto di tutto. Da epiteti rivolti a squadre di baseball di citta’ rivali a messaggi d’amore alla propria ragazza/o.

O magari sono haiku. Chi puo’ dirlo.

Magari F. puo’ aiutarci in questo.

Ad ogni modo, dopo questo viaggio nipponico, ho cominciato a capire la vera essenza degli haiku che, come sapete, sono delle brevissime poesie composte di pochissime parole. Ebbene, capisco come, sopraffatti dalla bellezza dell’armonia creata da un giardino zen o dalla calma e pacifica maestosita’ di una foresta di bambu’…e magari dopo ore di contemplazione….non si possa riassumare il tutto con un semplice

Seduto davanti ai bambu’/sono felice

Evviva! Ho composto il mio primo haiku! 😉

Antonio