Invito al viaggio

16 12 2010

Sono in treno. Niente di che, giusto verso Firenze.

Mi e’ capitato di acquistare un vecchio libro del 1926, di Paolo Monelli:
“Viaggio alle isole freddazzurre. Da Oslo a Hammerfest, Capo Nord e Spitzbergen”

E’ ingiallito, ha molte pagine danneggiate e contiene vecchie foto in bianco e nero inserite su fogli di carta fotografica.

Bellissimo. Lo sto appena cominciando ma gia’ esordisce con un “invito al viaggio”…

“Cosi’, o Signori, vogliamo ricominciare a viaggiare, se si può. Ignorare, dei paesi dove andiamo, ministri e regi e partiti in combutta o in faida, o almeno vederne solo quello che e’ pompa e cerimonia; abolire quella frettolosa prima visita al telegrafo, agli ufficiosi, al nostro rappresentante diplomatico, tanto gentile sempre, poveretto, ma tanto guasta idee, che v’indirizza subito al grande albergo più pescecane e al politico più noioso; e guardare una volta tanto, le donne il cielo le osterie le lapide latine nei cimiteri smessi.

Viaggiare nella diligenza, voglio dire quella dell’anima, visto che quelle altre, dove esistono, si chiamano autobus e puzzano dentro e fuori; tenne come modello e autore davanti agli occhi, verbigrazia, l’epistola di Orazio che va a Brindisi o il Viaggio sentimentale”

E continua…

Che dire…un ottimo compagni di viaggio

A


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