Sono a Varsavia. Giusto dopo la pausa rinfrescante del raduono di blogger alla Società Geografica Italiana il terreno ha ricominciato a muoversi sotto i miei piedi.
Ed eccomi qui, nel cuore di un vecchio impero. Tante storie sono passate da queste parti: musicisti, papi, dittatori, movimenti rivoluzionari, pensatori, viaggiatori, reporter.
Sono qui per lavoro ma, come sempre, ne ho approfittato per qualche ora prima di tuffarmi nella routine professionale. Quindi, gambe in spalla e macchine fotografiche al collo. Non mi aspettavo di incontrare, pero’, una persona cosi’ singolare. D. è una giovane accademica che si occupa di studiare la comunicazione interculturale, con particolare riferimento ai Balcani.
E’ appena rientrata (ieri da Pristina) ed e’ terrorizzata dal volo. Ma non per ragioni di sicurezza o di fobie particolari. Semplicemente, soffre il volo. Le dispiace, vorrebbe farselo piacere ma proprio non ce la fa. E ha trovato un rimedio. Il suo medico le ha prescritto una medicina che la fa letteralmente crollare addormentata appena mette piede a bordo. Ha riempieto il suo passaporto cosi’. Dormendo durante il volo. Mi ha giurato che non ha mai mai e poi mai avvertito nulla durante i suoi viaggi. Fino a ieri… Per una strana serie di coincidenze della vita, era il suo ultimo volo con quel passaporto, ormai sovraccarico di visti. Lo cambiera’ adesso per averne uno immacolato. L’ultimo visto ha coinciso, guarda caso, con un “malfunzionamento” della sua pillola magica che l’ha fatta risvegliare prima dell’atterraggio. Ha detto di essere arrivata atterra letteralmente euforica, perchè per la PRIMA volta in vita sua ha aperto gli occhi durante un volo e si è resa conto di quanto bello potesse essere il paesaggio dall’alto. Signori, vi giuro, ascoltarla era un piacere. Non ho mai visto un tale entuasiamo in una persona.
Non sapeva cosa si fosse persa in tutti questi anni! 😉 Bellissimo. Insomma, mi ha portato in giro per la città cercando di evitare i luoghi già conosciuti (ci sono stato anni fa) e le icone classiche.
Ho scoperto quindi che anche alle 4 del pomeriggio si può fare una merenda “tipica” a base di salsicce bianche, senape e abbondante vodka….
Ed ho anche scoperto che in una chiesa centrale, oggi, giorno che precede l’inizio dell’anno accademico, migliaia di studenti vegliano per ore ore, alternandosi, fino all’inizio delle lezioni.
Ho anche attraversato a piedi il nuovo ponte che attraversa la Vistola, ultramoderno, e che unisce le due anime di Varsavia. La tradizione – ed il turismo – su una sponda, e la città underground sull’altra.
Ho attraversato un vecchio, vecchissimo stadio cittadino, ormai in disuso ed abusivamente occupato dalla comunità vietnamita (40000 immigrati, un’enormità) che lo ha adibito a coloratissimo mercato quotidiano.
E mi sono ritrovato, infine, ad una manifestazione di…bloggers…in un centro culturale underground, che manifestano contro le intenzioni del governo cittadino di demolire una vecchia stazione locale, buon esempio – però – di architettura degli anni 50.
Le motivazioni appaiono sostanzialmente, da parte governativa, di sicurezza e decoro urbano. Sospetto, comunque, che vi sia una componente sociale che mira a cancellare letteralmente ogni vestigia del passato regime sovietico.
I difensori, invece, ne difendono il valore architettonico ed il ruolo sociale per il quartire, in quanto aggregatore di genti delle cittadine limitrofe. E lo fanno con concerti, mostre fotografiche, dibattiti, petizioni online. La barriera linguistica mi ha impedito di godermi appieno il dibattito (“appieno” è un eufemismo) e sono quindi tornato in hotel.
Ma sento che l’effetto della vodka e salsicce bianche sta svanendo e si avvicina il momento di rinnovare il rito 🙂 Riesco.
Saluti a tutti, Antonio
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