Pausa. Scusate l’assenza degli ultimi giorni. Ho approfittato delle recenti rotolate verso sud (domani un’altra) per resettare la testa con una formattazione a basso livello 🙂
Ritornerò presto. Non vi allontanate troppo!
Antonio
Pausa. Scusate l’assenza degli ultimi giorni. Ho approfittato delle recenti rotolate verso sud (domani un’altra) per resettare la testa con una formattazione a basso livello 🙂
Ritornerò presto. Non vi allontanate troppo!
Antonio
[questo post l’ho scritto ascoltando, e dopo aver ascoltato, VICTOR JARA’S HANDS dei Calexico]
Sono di nuovo rotolato a sud. Anche questa volta continua la sensazione surreale di essere stato catapultato ad Honnisvag (paesino a pochi chilometri da Capo Nord, in Norvegia). Freddo polare, città, come si suol dire, stretta nella morsa del gelo e circondata da distese di ulivi innevati. Mare agitato e bellissimo, nuvole grigie e grasse, vento forte che le fa correre.
Ieri, come di consueto, mi sono riappropriato dei miei posti camminando tanto (e non è che sia una cosa che mi faccia impazzire, con questo freddo) e perdendo tempo parlando con negozianti che credevo persi nei ricordi della mia infanzia. Bello.
Dimenticavo quanto fosse facile incontrare conoscenti per caso qui. Basta passeggiare in centro e ne saluti uno. Pochi metri e senti un’altra voce “Hey! e tu che ci fai qui? Non ti si vede da 15 anni. Non sei cambiato affatto!”. e cosi’ via….
Ieri sera credevo di essere capitato in un episodio di Ai Confini della Realtà. E’ stato magnifico rivedere tanti vecchi, vecchissimi, amici tutti insieme in occasione di una presentazione del lavoro artistico di un comune amico di infanzia. Chiacchere, aggiornamenti, pettegolezzi, che fai lì, e tu invece, sai chi se ne è andato, ah mi sono sposato, no non stiamo piu’ insieme. Impressionante come a volte il tempo sembra cancellare le distanze in una frazione di secondo. Sembrava che non me ne fossi mai andato.
Un po’ di nuvole, pero’, le mie solite nuvole, mi hanno raggiunto e per scrollarmele di dosso ho fatto quello che probabilmente non ho mai fatto a Bari in tutta la mia vita. Ho preso la macchina, tardi, piuttosto tardi, e ho fatto un giro lento per il lungomare sino alla fine della città. Chilometri e chilometri lungo il mare, dove da ragazzino correvo durante gli allenamenti di canoa (ci andavo la mattina presto, infatti oggi la mia cervicale ringrazia….).
Stamattina il mare è calmo. E le nuvole sono quasi del tutto sparite.
A
Gli orishas sono semidivinità della mitologia africana. Col tempo sono stati “adottati” in America, soprattutto – per evidenti ragioni – dalla santeria cubana e condonblè brasiliano e haitiano. Sono espressione del sincretismo religioso latinoamericano che non smette di affascinarmi. Ricordo quante manifestazioni incredibili di questo sincretismo osservai in Messico, Guatemala e Perù… Per un approfondimento, ovviamente, vi rimando a Wikipedia.
Qui vi propongo, nella mia nuova veste di DJ 🙂 un video degli omonimi Orishas. Una band cubana che adotta un simile sincretismo…musicale. Fonde hip hop a sonorità cubane. Il risultato è magnifico, secondo me.
In questo video, tra l’altro, la fotografia è splendida e le nuvole sono molto….mie 🙂
Bun divertimento,
A
E ora tocca alla gatta! Che zitta zitta, in questi giorni, ha osservato l’andazzo ed ora suggerisce questo video carino. Una canzone che riscosse molto successo anni fa (2001) e che ha un video molto colorato. E’ Nelly Furtado con Turn off the light. Lei, se non sbaglio, ha origini indiane e si vedono. La canzone è molto bella. Buon divertimento:
[Per questi auguri patagoni ascoltate: MADRE PATAGONIA dei Tranquera]
Buon compleanno Mr Darwin! Coraggio, soffi sulle candeline, sono 200. Lo so, sono tante, ma così avrà tempo di riflettere su come stanno andando le cose. Non benissimo, vero?
Certo, l’evoluzione prosegue. Quella è inesorabile. Il problema è che i più forti sopravvivono, ma non sempre quelli di noi che restano sono i migliori. Mr Darwin, non è che si farebbe un’altra passeggiata per capire dove stiamo andando? In che direzione stiamo evolvendo?
Belli i tempi del Beagle, vero? Quando con il capitano Fitzory attraverò quel canale…in Patagonia… Chissà cosa le frullava in testa, Mr Darwin. Si sarà guardato intorno più eccitato all’idea delle specie che avrebbe scoperto o più intrigato dal sapere di essere sfiorato dal fantasma di Magellano…che quei luoghi scoprì?
Ma lo sa che ancora si parla del suo libro? Sì, lo so, lo so, non è che riscosse tanto successo allora…ma per fortuna oggi le cose sono cambiate. Oggi si legge di tutto. Si figuri, persino Alberoni e Moccia! già…non lo dica a me…
E lo sa che quello che ha fatto oggi, almeno nel nostro paesello, non sarebbe più possibile? Fare ricerca scientifica biologica affiancando altri ricercatori cartografi???? A spese dello Stato? Non sia mai! Ma si sa, la specie si evolve….
Ad ogni modo, tanti auguri, Mr Darwin.
Le regalo una foto di un posto a lei tanto caro. Nel bel mezzo di quel canale – che oggi chiamiamo di Beagle – che attraversò con Fitzory. Non so quanto le importi, ma sappia che – nonostante il mal di mare di quel giorno, il vento forte e le onde alte….è stato bello immaginarla laggù.
Credo di non essere riuscito a convincerla a rifarsi un giretto da queste parti. Non importa, la capisco. Dovunque sia, si starà divertendo un mondo.
Un suo fan,
Antonio
Bravi, bravi, continuate così. Mi state segnalando delle vere chicche.
Questa volta tocca a Fiordi ed al suo consiglio per un viaggio solitario. Si tratta del video dei Calexico “Crystal Frontier”. Non serve guardare il video e la sua fantastica fotografia (che luce! che dinamica di colori!). Quella tromba evoca ovviamente il centro America e/o le lunghe, sterminate, autostrade polverose della Baja California. Sì, è adatta ad un viaggio in solitaria oppure ad una vera e propria fuga da una situazione complicata 🙂
Insomma, buon viaggio:
E visto che siamo, più o meno (insomma), da quelle parti, ho ripescato una vecchia fotografia che scattai a Machu Pichu diversi anni fa.
[Per questo freddo pomeriggio, consiglio l’ascolto – per viaggiare con la fantasia – di A LONG ROAD TO TRAVEL di Vincent Varvel]
Non un semplice racconto di viaggio. Non una foto. No appunti e impressioni delle vacanze. Ma raccontare L’IDEA di viaggio! mamma mia…è l’equivalente della famigerata domanda da un milione di dollari (valore, peraltro, ben superato con l’euro…).
Vi segnalo un divertente concorso che consiste nell’inviare una frase che cominci con “Il viaggio è….”
Ve lo dico subito. Non sarà facile. Semplificare in pochissime parole l’idea di viaggio è più o meno come riassumere Guerra e Pace dicendo che parla della Russia (grande Woody Allen…).
vi invito a partecipare, perchè può essere una divertente occasione di confrontarsi col tema che tanto ci appassiona.
Bene, buon lavoro!
Antonio
La popolazione nomade siberiana dei Chukchi crede nei sogni. Li vede come dei viaggi in una terra di mezzo, una zona di confine tra la vita terrena e l’aldilà.
Da sempre, mappano i sogni e li disegnano al risveglio per dare indicazioni ai prossimi viaggiatori sulla strada. Per non perdersi.
Qualcuno, negli ultimi anni, non ha fatto altro che sognare immobile in un letto. magari ha sognato di lunghi viaggi. Adesso ha intrapeso il viaggio più facile ma allo stesso tempo più difficile: la morte. Che non può essere raccontato, se non – per esclusione – descritto da chi resta.
Non so cosa ci sia dall’altra parte di questa zona di confine e non so quanto duri il viaggio. Magari può durare un attimo o 17 anni. Forse quella mappa può aiutare.
Nel frattempo….Buon viaggio a chi si è incamminato.
Antonio (perdonatemi la retorica. Arriverà il momento di un discorso razionale su quanto è successo)
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Un regalo alla Donna con la valigia. Un breve street video di una fantastica versione indiana di Starbucks.
Chi frequenta questi lidi ricorderà, un po’ qui e un po’ “a casa della donna con la valigia”, le discussioni su Starbucks e i cafè in giro per il mondo.
Nel mio post precedente vi ho mostrato alcune mie foto di un tea maker ambulante in India. Ora, ecco un video amatoriale scovato su Yout Tube. Stessa atmosfera, medesimo profumo, identico sapore. Temo, anche, stesse condizioni igieniche 🙂 Ma, in fondo, è quello l’ingrediente segreto!
Antonio
[Per questo tè pomeridiano consiglio l’ascolto di: FLOWING WITH THE TEA di Karunesh]
Un sabato pomeriggio passato a degustare tè deliziosi tra valigie, cybermagazines, blog, foto e racconti di viaggi.
Chiacchere in libertà e stimoli a 360 gradi. E il gusto di pensare.
Ma soprattutto la consapevolezza che piano piano, le cose possono cambiare.
Basta ricominciare a pensare.
Antonio
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Ecco alcuni scatti “di strada”. Un piccolo chiosco a Bikaner, nel Rajastan, nei pressi del tempio di Karna Mati. Un ambulante prepara un magnifico chai, il tè indiano con latte e spezie. Condizioni igieniche opinabili, bicchieri di plastica forse usati e sciacquati ma un gusto delizioso. E soprattutto la fortuna di aver preso al volo un piccolo, minusco, pezzettino di spezia…. Quel piccolo particolare che può cambiare tuto.
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