[per questo post leggero ascoltate: JOE LE TAXI di Vanessa Paradis]
Mettiamo un attimo da parte viaggi, foto, blog, iniziative e tutto il resto. Giusto un paio di minuti di riflessione 🙂
L’altro ieri ho capito chi sarei e cosa farei in un’altra vita o in un’altra dimensione.
La moto mi aveva mollato, come sempre più spesso succede (è vecchietta, poverina), al termine di una di quelle giornate che vorresti cancellare, spostare nel cestino di Windows e svuotarlo definitivamente…
Prendo un taxi. E già lì avrei dovuto capire…. L’autista, faccia pacioccona simpatica, sui 40, accaldato, prima di partire chiede scusa e si attacca alla bottiglia d’acqua. Se la scola scusandosi ma ha caldo.
Durante il tragitto mi illustra le terme di Caracalla&co ma gli dico che abito a Roma da una vita ormai etc etc. Poi, consapevole di essere stato un po’ brusco, mi scuso e gli spiego che avevo avuto una giornataccia.
“Eh, sì, adesso sarebbe proprio da starsene a casa sul divano, vero?”, “Sì”, “Sì, vero? Quindi anche lei starebbe sul divano?”, “Sì”
Silenzio. Dopo qualche minuto:
“Le piace questa macchina?” (una Fiat Multipla)
“Beh, sì…(che potevo dire?) è…spaziosa, comoda”
“grazie. Sono contento. Quindi anche lei la trova comoda?”, “Sì, ripeto, è comoda”
“Quindi anche lei avrebbe scelto questa macchina, vero?”, “Sì, credo proprio di sì, avrei scelto questa” (ragazzi, che potevo dire!!!!!)
io: “e anche pulita e confortevole”
“Sì! Le piace? Mi fa piacere. Quindi anche lei ha notato che è pulita e confortevole?”, “Sì, sì”, “E quindi anche a lei piacerebbe tenerla così questa macchina?”, “Certo, come no!” (e già a questo punto la conversazione era diventata surreale…)
dopo un paio di minuti faccio lo sbaglio di dire: “Allora, ti piace fare il tassista? Da quanto tempo lo fai”
“Da un anno e mezzo, sì sì mi piace tanto. Vorrei lavorare anche di più ma i miei colleghi si arrabbiano. Vorrei cambiare turno e fare la “mezza notte”, “Cioè?”, “Dalle 17 all’una”, “Bel turno” (e lì ho detto una cavolata, così, per dire qualcosa…non l’avessi mai fatto”
“Ah! Allora anche tu sceglieresti quel turno?” “Beh….sì….direi di sì… è un bel turno” (e mi lancio in un’ardita argomentazione sulla bellezza di un turno dalle 17 all’una di notte…)
“Che bello, allora anche tu lo faresti”, “Sì, ti ho detto di sì….a proposito…come ti chiami….Salvatore, vero?” (avevo letto il cartellino del nome: XXX Salvatore Massimiliano, due nomi)
“Sì, ma è meglio Massimiliano, è più giovanile, non credi?”, “Sì…direi di sì…” (e che potevo dire)
“Ah! Che bello! Quindi anche tu sceglieresti di farti chiamare Massimiliano, vero?”, “Sì, è un bel nome. Credo che l’avrei scelto”
E così via… L’intero tragitto è stato un susseguirsi di scambi surreali.
Alla fine, frastornato da quel simpaticone, ho capito una cosa.
In un’altra vita io farei il tassista, nel turno di notte, con una Fiat Multipla ben pulita. E mi chiamerei Massimiliano. Anche voi, vero?
🙂
A
(spettacolo di e sulla strada/Roma, via Cristoforo Colombo)
(spettacolo di e sulla strada/Roma, via Cristoforo Colombo)(spettacolo di e sulla strada/Roma, via Cristoforo Colombo)
(spettacolo di e sulla strada/Roma, via Cristoforo Colombo)
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