Per questo post nuvoloso e ventoso consiglio:
[consiglio musicale Ying: NUVOLE BIANCHE di Ludovico Einaudi]
[consiglio musicale Yang: CLOUDS di Patrice]
Chi mi conosce, ormai, sa della mia passione fotografica per le nuvole. Qualcuno dice che sono troppo invadenti nelle mie fotografie, altri le apprezzano, altri le detestano. Ma, insomma, e’ innegabile che ci siano e siano molto presenti. Le trovo affascinanti perchè, alla stregua di una più o meno folta capigliatura, diano un preciso carattere al cielo e a quello che si trova al di sotto. Una cornice, insomma.
Ma restando su un terreno prettamente fotografico, devo dire che sono sempre stato affascinato dai cieli dei western di John Ford. Avete presente quelle lunghe distese delle praterie americane? O la Monument Valley nella quale gli indiani comunicavano tra loro con i famosi segnali di fumo che, dopo un po’, si confondevano proprio con quelle magnifiche, immense nuvole bianche? Che spettacolo.
La fotografia di scena di John Ford fece scuola anche per quello. Per la profondità degli scenari e per le nuvole.
Ho fatto alcune foto al mare oggi. E riflettevo, rivedendole poco fa al computer, che basta poco (simulando un filtro rosso su una analogica e fingendosi in una camera oscura) per cambiare radicalmente il feeling di una situazione. Ecco la stessa foto con due trattamenti diversi:
Sicuramente due atmosfere diverse. Quanto potere ha quindi un fotografo! E che meraviglia è una camera oscura (ancorchè digitale, sia chiaro). Ma allora la fotografia non è solo la registrazione di un attimo reale. E’ anche un mezzo per esprimere un umore? Chissà.
Intanto penso – e sorrido – al Club dei Contemplatori di Nuvole (Clouds Appreciation Society). Esiste davvero, giuro. Il loro motto, che sposo, è:
“La vita sarebbe decisamente più povera senza cirrocumuli”
Buon fine settimana a tutti,
Antonio
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