[CON QUESTO POST SI ASCOLTA, CON NOSTALGIA, QUESTA CANZONE: ONDA SU ONDA di Paolo Conte]
Anche oggi io e l’ONDA ci siamo incrociati. E’ passata proprio qui sotto il mio ufficio. Confesso che questa volta, aspettandomela, avevo portato la macchina fotografica con me. Non mi sono quindi fatto cogliere impreparato come l’ultima volta (sebbene i risultati siano stati interessanti anche quella volta).
Ebbene, mi ci sono tuffato, tra spintoni e gomitate per raggiungerne il cuore; il punto più interessante. Il point break, come direbbero i surfisti.
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Ricordando uno dei motti di Capa (“Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino”) ho passato quindi un po’ di tempo con gli studenti, intrufolato proprio DENTRO l’Onda, questo lungo serpentone di tela blu che, a mo’ di dragone cinese, si snodava a fatica dal Pantheon fino a Montecitorio.
Arrivati li’ ci attendeva un enorme Monopoli a terra, sotto lo sguardo vigile di Carabinieri e Polizia. Tra cori, slogani banali ed altri intelligenti, tra spinelli (tanti) e bottiglie d’acqua (altrettante).
Qualche punkabestia cercava di sradicare le stelle piantate sul piazzale antistante la Camera. Alla vista della mia macchina fotografica hanno accennato qualche brutto muso…ma al fatidico click si sono ammansuiti… 🙂
Una bella manifestazione, molto pacifica, colorata, rumorosa, dinamica. Insegnanti, studenti di ogni ordine, genitori e figli, professori e allievi. Un po’ di tutto insomma. Anche alcuni turisti giapponesi trovatisi per caso proprio nel cuore dell’onda.
Ne sono riemerso solo poco fa.
Alla prossima,
Antonio
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