Silenzio

27 11 2008

SILENZIO

Questa volta niente musica su questo blog. Ciò che sta accadendo a Mumbai, è una ferita al cuore di uno dei Paesi che ha fatto della non violenza il suo tratto genetico. Certo, le tensioni tra hindu e musulmani sono ataviche e spesso sono sfociate in sanguinari scontri.

L’India ci è rimasta nel cuore dopo un viaggio bellissimo (raccontato a lungo sul mio vecchio blog e, ancora meglio, dalla gatta). Di foto ce ne sarebbero tantissime e, uno di questi giorni, ve le proporrò.

Oggi posto solo questo. Un ricordo di un tramonto color rosso sangue. Mi sembra tristemente appropriato.

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KendoKid

24 11 2008

[LA FOTO DI QUESTO POST SI OSSERVA ASCOLTANDO: KENDO di Matmos]

Non è un nuovo super eroe, anche se di questi tempi – forse – ce ne vorrebbero… E’ giusto un bambino che ha cominciato ad allenarsi con noi ultimamente. Ha sette anni, e per ovvi e condivisibili motivi di privacy ho deciso (d’accordo con i genitori) di non ritrarlo in modo che sia riconoscibile.

Posto solo questa foto:

KendoKid

KendoKid

E’ piccolo ma è una specie di furetto. Promette molto bene. Appena indossa il Men (il casco) si trasforma e se da un lato perde il carattere nipponico dato – ovviamente – dai piccoli occhi a mandorla, dall’altro incarna l’anima di un piccolo samurai. 🙂

Non teme di confrontarsi con i kendoka più grandi di lui. Certo, li guarda dal basso ma quando impugna lo shinai li fronteggia con una grinta invidiabile.

Sta imparando, essendo molto giovane. Ma anche noi impariamo da lui.

W Kendo Kid.

A





Tornate indietro appena potete: suggestioni all’inizio e alla fine del mondo

21 11 2008

[QUESTO POST PRE-FINE SETTIMANA SI LEGGE ASCOLTANDO: FINIS TERRAE di Kristen Noguès]

L’annunciato, brusco, calo delle temperature mi ha fatto venire in mente, stamattina, alcune situazioni fredde nelle quali mi sono trovato. Posti estremi. Non per le temperature in se’ (tutto sommato molto miti) ma per cio’ che rappresentavano.

Riassumo, e semplifico, con due foto.

La prima, scattata a Capo Nord:

miei passi all'inizio del mondo

Capo Nord: miei passi all

La seconda, invece, scattata, pochi mesi dopo, nel lembo estremo del Sud Africa:
Passi

Passi

Alfa e Omega, davvero. L’inizio e la fine del mondo. Un lunga linea verticale che unisce due luoghi solo apparentemente distanti ma in realtà relativamente vicini e che hanno in comune la collocazione ideale all’estremo; alla fine; al confine del mondo conosciuto.
Ne scrissi a profusione sul “vecchio” blog e non lo rifarò qui per non annoiare i nuovi-vecchi amici.
Procedo, però, per immagini e ricordo che in entrambi questi luoghi “estremi” – e in comune con tutti i posti simili di frontiera – c’erano le solite indicazioni di direzione di città molto distanti. A voler ricordare, se ve ne fosse stato bisogno, la distanza fisica da tutto il resto del mondo conosciuto:
Kirkenes

Kirkenes

Capo di Buona Speranza

Capo di Buona Speranza

Non vi annoio con commenti, storie, raccontini etc.  Voglio solo rimettere a posto nella mia memoria alcune suggestioni.
Che sigillo giusto con un aneddoto divertente ma, forse, rivelatore dello spirito di un viaggiatore.
Atterrati a Kirkenes, nel Finnmark norvegese, una sonnolente cittadina sul mare di Barents al confine con la Russia, ci attendeva la notte artica. Una lunghissima, fredda, scivolosa, oscurità. Molto affascinante, a dir la verità.
Accesi, per gioco, il mio navigatore Tom Tom appena sceso dall’aereo. Evidentemente era rimasto settato sull’ultimo percorso effettuato, a Roma ovviamente.
Dopo qualche secondo, giusto il tempo di agganciare i satelliti (cosa facilissima in quella zona…), una voce ruppe il silenzio nel pulmino che ci portava in paese:
“Appena potete, tornate indietro”
e indicava la strada.
Forse è la cosa più saggia che un viaggiatore vuole sentire quando si trova in un luogo estremo: la via di casa. Magari non ha nessuna intenzione di intraprenderla. Ma è bello sapere dov’è.
Antonio




Foto, Lego e capolavori ritrovati

19 11 2008

[DATO IL TEMA, QUESTO POST SI LEGGE ASCOLTANDO: LEGO WORLD dei Quist]

Non parliamo di viaggi oggi. Ma di fotografia.

Forse si è capito ma, nel caso, lo ribadisco: sono un enorme fan di Robert Capa. Un genio assoluto della fotografia. Punto. Ebbene, curiosando in giro per la Rete alla ricerca di sue fotografie ancora poco conosciute, mi sono imbattuto in un tale Mike Stimpson.

Britannico, programmatore di videogiochi, e fotografo per passione. Ho avuto l’interessante idea di ricreare alcuni degli scatti più famosi della storia del fotogiornalismo usando i Lego! Certo, a qualcuno la cosa farà sicuramente storcere il naso (non nascondo che io stesso ho avuto questa iniziale reazione) ma, in fondo, perchè no?

Mi ha dato l’occasione di rivedere alcuni capolavori e di scoprirne altri. Un modo simpatico di rivedere i grandi eventi della storia, spersonalizzandoli.

In questa maniera, forse, uno scatto di Stimpson estrae solo il contenuto informativo della foto, abbandonando tutto il contorno estetico.

 

Comunque, tanto di cappello.

Antonio





Un pomeriggio a Parigi

16 11 2008

[LE FOTO DI QUESTO POST SI GUARDANO ASCOLTANDO: La vie en rose, suonata da Louis Armstrong]

paris-0012 Parigi facilita il lavoro del blogger on the road, questo è evidente. Reti wi-fi pubbliche un po’ dappertutto.

Ne ho approfittato, come vi ho gia’ scritto, per sedermi dietro Notre Dame per riposarmi dopo tre ore di camminata.

Ho scattato alcune foto, un piccolo numero delle quali sono già qui….altre chissa’ se avro’ il tempo di sistemarle.

Mi piace tanto fare le foto anche quando viaggio “di corsa”, di fretta, magari in posti che già conosco bene come Parigi. Mi aiuta a vedere certi luoghi da angoli diversi.

 

parcoE quando porto con me il grandangolo e’ tutta un’altra storia. Gli occhi, e lo sguardo, si allargano. Si colgono sfumature che a prima vista erano sfuggite. Toni di colori, contrasti delle nuvole particolari, sguardi di persone che avevo ignorato.

senna

Il pomeriggio è volato tra una camminata a Saint Germain e l’Isle Saint Louis, per proseguire nel mio quartiere preferito, il Marais, tra gallerie d’arte a place des Vosges e caffe’ letterari in rue du vielle temple. 

Ho ritrovato anche degli amici che non vedevo da anni e con i quali abbiamo condiviso un bellissimo periodo romano.

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E ora mi rimetto la testa a posto, pulisco la lente della macchina fotografica, la spolvero, l’asciugo dalla pioggerellina che l’ha inumidita e mi preparo a fare la persona “seria” domani mattina.

Antonio

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Paris

16 11 2008

Sono seduto su una panchina nel piccolo giardino dietro Notre Dame. Sono le 17, e’ grigio, ogni tanto qualche goccia di pioggia entra nel naso. Foglie gialle. Gente che cammina di corsa anche se e’ Domenica.

In una parola: Parigi.
Arrivato da poco per approfittare di qualche ora libera prima della riunione di domani.

Stasera a cena con vecchi amici che non vedo da anni.

Mi incammino verso il Marais

A





Dentro l’ONDA romana

14 11 2008

[CON QUESTO POST SI ASCOLTA, CON NOSTALGIA, QUESTA CANZONE: ONDA SU ONDA di Paolo Conte]

Anche oggi io e l’ONDA ci siamo incrociati. E’ passata proprio qui sotto il mio ufficio. Confesso che questa volta, aspettandomela, avevo portato la macchina fotografica con me. Non mi sono quindi fatto cogliere impreparato come l’ultima volta (sebbene i risultati siano stati interessanti anche quella volta).

Ebbene, mi ci sono tuffato, tra spintoni e gomitate per raggiungerne il cuore; il punto più interessante. Il point break, come direbbero i surfisti. 

 

Onda

Onda

(CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLA GALLERY COMPLETA)

 

Ricordando uno dei motti di Capa (“Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino”) ho passato quindi un po’ di tempo con gli studenti, intrufolato proprio DENTRO l’Onda, questo lungo serpentone di tela blu che, a mo’ di dragone cinese, si snodava a fatica dal Pantheon fino a Montecitorio.

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Arrivati li’ ci attendeva un enorme Monopoli a terra, sotto lo sguardo vigile di Carabinieri e Polizia. Tra cori, slogani banali ed altri intelligenti, tra spinelli (tanti) e bottiglie d’acqua (altrettante).

 

col-onda-0093Qualche punkabestia cercava di sradicare le stelle piantate sul piazzale antistante la Camera. Alla vista della mia macchina fotografica hanno accennato qualche brutto muso…ma al fatidico click si sono ammansuiti… 🙂

Una bella manifestazione, molto pacifica, colorata, rumorosa, dinamica. Insegnanti, studenti di ogni ordine, genitori e figli, professori e allievi. Un po’ di tutto insomma. Anche alcuni turisti giapponesi trovatisi per caso proprio nel cuore dell’onda.

Ne sono riemerso solo poco fa.

Alla prossima,

Antonio

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Parte moderna, parte nopea

12 11 2008

 

[CON QUESTO POST SI ASCOLTA QUESTA CANZONE: WRITE TO ME FROM NAPLES di Dean Martin]

 

Sull'Eurostar Alta Velocità (sic!) Napoli-Roma, oggi

Sull

Appena rientrato da Napoli. 

Mangiato una splendida pizza. Assolto il pagano rito del caffe’ nella tazzina bollente-che-ogni-volta-glielo-dico-ma-quello-non-la-raffredda….

Frequento Napoli da tanti anni ormai, e vi ho vissuto per parecchio tempo. Ci torno almeno un paio di volte al mese e non posso fare a meno, ogni volta, di confermare la definizione che ne diedi gia’ anni or sono…

Napoli è come una bella donna della quale ti innamori e che a un certo punto ti tradisce, ma della quale non puoi fare a meno di reinnamorarti. E cosi’ via, all’infinito.

Non ho tempo adesso per parlare seriamente di questa splendida, e per certi versi dannata, città. Mi limito a mostrarvi una foto che scattai qualche settimana fa al Centro Direzionale.

 

Centro Direzionale, Napoli

Centro Direzionale, Napoli

 

 

Una sorta di city finanziaria high tech prossima al centro di Napoli, col quale, pero’, condivide ben poco. E’ un posto strano, potenzialmente bellissimo, ricco di grattacieli dal design mozzafiato e condomini brutti ma con viste incredibili sul Golfo.

Eppure quando comincia a fare buio, la Napoli dei luoghi comuni, come una silenziosa ombra implacabile, si reimpossessa di questo non luogo. Quasi ad affermare chi comanda veramente. Ed eccon che le mattonelle divelte dei marciapiedi si notano di piu’, i cani randagi la fanno da padrone, e spacciatori isolati si riprendono il territorio. Certo, scene gia’ viste ovunque in Italia. Ma che peccato….un posto cosi’ bello.

Comunque io sono un inguaribile ottimista. Napoli vincera’ prima o poi…

Antonio

rid-torre-francesco





A Tramp Trip: How To See Europe on Fifty Cents a Day

11 11 2008

Ovvero: mi sa che il primo blogger è stato lui…

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[QUESTO INTERESSANTE POST 🙂 SI LEGGE ASCOLTANDO: VOYAGE EN ITALIE dei Liliclub]

Confesso la mia ignoranza, ma io questo Lee Meriwether proprio non lo conoscevo. Che grave mancanza!!! Vi assicuro che è un vero personaggio. Un travel blogger ante litteram. Altro che noi, signori!!!

Ebbene, nel 1886, questo ragazzo di St Louis scrisse un libro. Una vera e proprio guida di viaggio su come attraversare l’Europa con 50 centesimi al giorno. Nei suoi racconti (che, ahimè, non ho ancora letto ma cercherò di rimediare presto) pare ne abbia passate di tutti i colori dimostrando una notevole capacità di “inventare” modi nuovi di viaggiare.

080805_cb_tripmetramp1Durante il viaggio in Italia, ad esempio, fu arrestato a Pompei per aver passato la notte negli scavi archeologici (pur di risparmiare sulle cifre, già allora, proibitive degli hotel italiani).

Suggeriva, inoltre, di mangiare poco in viaggio per risparmiare (quasi al limite della denutrizione a volte). Nonostante questo, visse a lungo. Molto a lungo. Morì infatti all’età di 103 anni, a St Louis, a seguito di una banale caduta in casa che gli procurò la frattura del bacino.

La morte, però, non lo colse debole e stanco. Viaggiava ancora e, soprattutto, scriveva ancora dei suoi viaggi. Raccontava, infatti, di nuovi viaggi in Europa sulle sue stesse tracce. Ripercorse, a quanto pare, i luoghi dei suoi viaggi del secolo precedente.

Che personaggio. Lo adottiamo come nostro papà blogger?

Antonio





OLIVE!

10 11 2008

 

[QUESTO POST OLEOSO SI LEGGE ASCOLTANDO: THE GARDEN OF OLIVES di Martyn Bates]

olive

Certo, non è un soggetto molto originale. Ma quando si vive in una metropoli e si ha a che fare col traffico, con lo smog, con i rumori della città, col nervosismo quotidiano….il semplice passare una giornata in campagna a raccogliere le proprie olive con un contadino….beh, forse E’ una notizia.

La notizia è che si può riscoprire una dimensione più umana a contatto con la natura; si può ripescare le vecchie abitudini, ormai abbandonate tra msn, skype, Facebook ed affini, della chiaccherata tra gli alberi durante il lavoro; del tragitto verso il frantoio con una vecchia Ape carica delle tue olive, sperando che l’olio, quest’anno, sia buono.

A pensarci, è proprio questa la notizia:

Si può fare.

E detto da uno che, a detta di tutti, non può vivere senza Internet, palmari, ipod, satelliti e compagnia bella, c’è da crederci.

Alcune note sulla fotografie che vedrete (se ne avrete la pazienza):

1. il contadino si chiama Vincenzo ed è un contadino VERO. Uno di quello che la terra la conosce davvero e che la rispetta. Ieri ci ha detto anche lui di essere rimasto molto piacevolmente sorpreso di aver incontrato due persone giovani (ma sì, dai, tutto sommato molto giovani…) con la voglia di imparare a conoscere la campagna e senza la paura di sporcarsi di terra.

2. il frantoio si trova nel cuore della valle d’Itria. Per raggiungerlo abbiamo stivato l’Ape di Vincenzo dei quasi due quintali di olive raccolte sabato e l’abbiamo seguito a passo d’uomo lungo bellissimi tratturi (le viuzze puntellate di trulli bianchissimi);

3. l’olio che otterremo, ci è stato detto, è di media acidità, leggermente amaro e molto buono (chissà). 

Di certo sarà bello condire le bruschette e l’insalata con il frutto del proprio lavoro.

Sì, forse è davvero questa la notizia:

Si può fare.

Antonio