Riscoprire – senza fretta – la civiltà della pietra

1 09 2009

[si ricomincia con un po’ di musica. Ascoltate questa, fidatevi: SALENTO di Rene Aubry]

F2-3777Tornato alla base. Il Circolo dei Viaggiatori riapre i battenti facendo entrare aria nuova ed un po’ di luce. Un po’ di colpetti sulle poltrone ed una spolveratina qui e lì. Si riattacca la spina dello stereo e si rovista tra le fotografie delle ultime settimane.

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Ho riscoperto un pezzetto della mia Puglia. Qualche giorno nella valle incantata dei trulli, nel trullo magico acquistato l’anno scorso. Quotidiani chilometri in moto tra i tratturi imbiancati dalla polvere di un agosto torrido e senza una goccia d’acqua.

torrecanne-3875Muretti a secco testimoni di una ricchezza di pietra che costringe i contadini a coltivare la terra con minuscoli attrezzi per combattere ed estrarre pietra a pietra.

ostuni-3626La consapevolezza del termine “civiltà della pietra” o “umanesimo della pietra” che contraddistingue la valle d’Itria…

Gli scorci della natura e le viste (fotografiche) fugaci di rapidi passaggi umani tra le viuzze di Martina Franca nelle ore più assolate, quasi a voler scappare da un sole che non dava scampo, trasportando pesanti buste tornando dal mercato.

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La terra rossa e il cielo blu.

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Tramonti mozzafiato e castelli dei templari sugli scogli, affianco alle torri di avvistamento dei saraceni.

Pizzica, taranta e vino bianco. Tarallini e burrate.

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Trulli e masserie.

Pietre, pietre, pietre. E umanità dappertutto…

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Ho riscoperto la mia Puglia.

Bentrovati

A

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A proposito, vi ricordo che il 9 settembre scadrà il termine per la partecipazione al contest ANDATA E RITORNO. Mi raccomando! contest-andata-e-ritorno-jpg1

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OLIVE!

10 11 2008

 

[QUESTO POST OLEOSO SI LEGGE ASCOLTANDO: THE GARDEN OF OLIVES di Martyn Bates]

olive

Certo, non è un soggetto molto originale. Ma quando si vive in una metropoli e si ha a che fare col traffico, con lo smog, con i rumori della città, col nervosismo quotidiano….il semplice passare una giornata in campagna a raccogliere le proprie olive con un contadino….beh, forse E’ una notizia.

La notizia è che si può riscoprire una dimensione più umana a contatto con la natura; si può ripescare le vecchie abitudini, ormai abbandonate tra msn, skype, Facebook ed affini, della chiaccherata tra gli alberi durante il lavoro; del tragitto verso il frantoio con una vecchia Ape carica delle tue olive, sperando che l’olio, quest’anno, sia buono.

A pensarci, è proprio questa la notizia:

Si può fare.

E detto da uno che, a detta di tutti, non può vivere senza Internet, palmari, ipod, satelliti e compagnia bella, c’è da crederci.

Alcune note sulla fotografie che vedrete (se ne avrete la pazienza):

1. il contadino si chiama Vincenzo ed è un contadino VERO. Uno di quello che la terra la conosce davvero e che la rispetta. Ieri ci ha detto anche lui di essere rimasto molto piacevolmente sorpreso di aver incontrato due persone giovani (ma sì, dai, tutto sommato molto giovani…) con la voglia di imparare a conoscere la campagna e senza la paura di sporcarsi di terra.

2. il frantoio si trova nel cuore della valle d’Itria. Per raggiungerlo abbiamo stivato l’Ape di Vincenzo dei quasi due quintali di olive raccolte sabato e l’abbiamo seguito a passo d’uomo lungo bellissimi tratturi (le viuzze puntellate di trulli bianchissimi);

3. l’olio che otterremo, ci è stato detto, è di media acidità, leggermente amaro e molto buono (chissà). 

Di certo sarà bello condire le bruschette e l’insalata con il frutto del proprio lavoro.

Sì, forse è davvero questa la notizia:

Si può fare.

Antonio